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Il mito di Enea e Lavinium presentano alcuni tratti distintivi in grado di “colpire” l’immaginario collettivo con elementi simbolici di straordinaria suggestione, in grado di “impressionare” un pubblico vastissimo, sia perché sostanzialmente non legati a caratteristiche specifiche (età, livello d’istruzione, etc), sia perché portatori di significati simbolici di valore universale, in grado quindi di essere recepiti e compresi in tutti i contesti culturali e geografici del mondo globalizzato.
Intanto il Mito di Enea, come tutti i miti della tradizione greco-romana, così come di altre tradizioni culturali, costituisce il prodotto della dematerializzazione della cultura e della visione del mondo. Si tratta di una dematerializzazione tutt’altro che indifferente ai contenuti culturali etici e politici: la sua genesi e la sua continua metamorfosi nei secoli sta a dimostrarlo. Sono innumerevoli le reinterpretazioni dei miti, sia nella dimensione sincronica (si pensi alle diverse interpretazioni del mito di Enea sia negli scrittori classici greci, che negli autori latini), sia nella dimensione diacronica, se consideriamo che molti autori ancora nel medioevo collegavano la genesi dei popoli europei alla stirpe troiana. Goffredo di Monmouth, ancora nel XII secolo, vi faceva discendere i Britanni; origini troiane sono elaborate da Paolo Diacono, attivo alla corte di Carlo Magno, per i Carolingi, nell’ambito di una vasta produzione politico-letteraria che riguarda la linea del tempo che va dai Galli ai Franchi. I racconti arrivano a postulare anche una sorta di cuginanza tra i Franchi e i Turchi, quali discendenti da Troilo, figlio di Priamo, così come i primi avrebbero avuto come antenato Ettore.
La reinterpretazione del mito di Enea e della discendenza troiana proseguono nei secoli postulando nuove progeniture delle nazioni europee e delle famiglie aristocratiche, arrivando sino alle soglie del 1800.
La smaterializzazione della realtà e la capacità di trasformazione del racconto, ad assumere nuovi significati simbolici e storico-politici, rappresentano dunque una dimensione rilevantissima del Mito di Enea ed in generale dei miti: un aspetto che rende di specifico interesse l’accostamento al mondo della produzione culturale che passa attraverso la smaterializzazione digitale dei contenuti culturali.
L’accostamento non è però alla pari: il Mito di Enea è, fin dalla sua genesi, portatore di valori che pongono al centro l’uomo e la natura. Enea nasce dal mondo degli dei, perché figlio di Venere – un mondo, quello dell’Olimpo pagano, immateriale ed eterno, ancorché capace di manifestarsi nel mondo terreno e nella natura, e tutt’altro che alieno dei difetti e delle capricciosità umane - ma è anche figlio del pastore “aristocratico” Anchise. L’eroe troiano cresce “riavvicinandosi” al mondo della natura, perché allevato dalle ninfe; e ritorna successivamente al consesso degli uomini, partecipando alle vicende della Città di Troia.
Dalla dematerializzazione propria della dimensione divina al ritorno alla vita dell’uomo nella natura e nella società: un percorso che ha molto da insegnare nella attuale fase di digitalizzazione e dematerializzazione del mondo, se si vuole riportare questo processo a una dimensione umanistica e non di allontanamento dell’uomo da se stesso.
Questo aspetto rende dunque il Mito di Enea un contenuto formidabile per dare valore al mondo delle produzioni digitali e della globalizzazione informatica.
Il Mito offre quindi la possibilità di un "archivio stratificato" di contenuti che possono essere riproposti nella contemporaneità, conferendogli significati alti, nel mondo della tecnologia per la comunicazione e informazione digitale.
Il Fuoco Eterno
Enea fugge da Troia, con Anchise e Ascanio, portando con se il Palladio che custodisce il fuoco dell’invincibilità. Ulisse si era infiltrato con il Cavallo nelle mura perché solo la sottrazione di quel fuoco avrebbe consentito ai Greci di conquistare la Città; ma nel racconto romano quel fuoco riappare nelle mani dei fuggiaschi troiani per essere condotto a Lavinium e diventare il fuoco sacro di Roma, dei Penati, dei del focolare, delle Vestali, custodito nel tempo di Vesta.
Il fuoco eterno è dunque un elemento simbolico e iconografico connaturato al Mito di Enea e alle origini di Roma. Un elemento con grandissima capacità di suggestione e di valore simbolico che può essere compreso e sentito in modo universalistico.
Il viaggio: Enea e i Troiani, un itinerario mediterraneo ed europeo
Il personaggio di Enea ha un ruolo molto limitato nei poemi Omerici, dove è mostrato come debole guerriero, che gli dei salvano solo perché portatore della missione di dare vita ad una nuove stirpe di re Troiani. Gli scrittori latini, esaltano il ruolo di Enea come capostipite di una nuove stirpe, che sarà, ovviamente quella romana, e che attraverso l’eroe troiano si garantirà origini divine e l’assimilazione del portato culturale della Grecia e dell’Asia minore.
Si tratta di una figura epica di eroe che si distingue nel suo incarnare non le doti guerriere di altri eroi omerici (il coraggio, la furia e l’invincibilità di Achille), ma le doti di umanità, stoicismo, concretezza, adattabilità, intraprendenza che lo rendono così vicino alla sensibilità contemporanea: simbolo della nostra condizione di profughi nell’esistenza per il poeta Caproni, precursore dei rifugiati come fuggiasco da Troia in fiamme, Enea è stato persino definito per le sue doti come l’idealtipo dell’imprenditore moderno[1].
Ma occorrerà un lungo viaggio nel Mediterraneo, che vedrà Enea toccare le coste dell’Africa e dei Balcani, prima di giungere a Castro, in Puglia e poi a Lavinium.
La dimensione del viaggio è dunque centrale nel Mito di Enea e funzionale anche alla dimensione storica e politica di molti luoghi e molti popoli, tanto che si moltiplicano nei secoli, anche dopo il racconto virgiliano i luoghi toccati da Enea e dai troiani, ai quali si attribuisce la fondazione di innumerevoli città mediterranee (Venezia, Pisa, Palermo, Brindisi, Aquileia, Verona, Vercelli, Cremona, etc) .
Il viaggio è dunque, né potrebbe essere altrimenti, uno dei temi fondanti del Mito di Enea. Un viaggio di andata e di rinnovamento, a scoprire e generare il nuovo nella continuità della storia, non un viaggio di ritorno per completare un percorso o e per chiudere i conti con gli usurpatori, come nel caso di Ulisse.
Linee di lavoro per la comunicazione e il fund raising
Molti sono i temi su cui accentrare l’attenzione per un’attività di comunicazione; tra questi appaiono più direttamente collegabili ad occasioni di reperimento dei fondi anche dal mondo profit e delle aziende (o di fondazioni ad esse collegate) i tre temi precedentemente illustrati:
- Il Fuoco eterno (luce, energia, focolare);
- Il Viaggio (turismo e geopolitica);
- La dematerializzazione (Internet e produzioni di realtà virtuale e realtà aumentata).
[1] Lectio Magistralis di Marc Zuckerberg, fondatore di Facebook, presso l’Università Luiss, il 29 agosto 2016: “Enea non si arrende mai, ma va avanti: missione, capacità di collaborare, perseveranza, nella sua storia ci sono tutti gli elementi di un grande imprenditore”.