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Realizzazione del Piano del parco, del Regolamento Generale e Programma di Sviluppo Economico e Sociale del Parco Naturale Regionale di Gutturu Mannu compresi i procedimenti legati alla  Valutazione Ambientale Strategica

 

COMMITTENTE: Ente Parco Regionale di Gutturu Mannu

DATA DI AFFIDAMENTO: luglio 2022
IMPORTO: € 303.600,00
RUOLO RIVESTITOCoordinamento generale, progettazione e gestione del processo partecipativo

 

In coerenza con le norme nazionali e regionali sopra richiamate, il Piano del Parco naturale regionale di Gutturu Mannu è previsto dalla sua legge istitutiva L.R. n. 20 del 24 ottobre 2014, la quale al CAPO III - Programmazione e gestione delle attività del parco -  Art. 10, definisce i seguenti strumenti di pianificazione e programmazione dell’area protetta:

  • Il Piano del Parco

  • Il Programma di Sviluppo Economico e Sociale

  • Il Regolamento del Parco.

In conformità con l’articolo 1, comma 3 dello Statuto del Parco Regionale di Gutturu Mannu, di cui alla D.G.R. n. 59/23 del 3.11.2016, e all’articolo 1, commi 2 e 3 della Legge Istitutiva, finalità e obiettivi del Parco sono:

  • La gestione unitaria del complesso di ecosistemi presenti nel suo territorio
  • La conservazione e la valorizzazione delle risorse naturali, ambientali, storiche e cultural
  • La fruizione delle risorse del Parc
  • La promozione e lo svolgimento di attività scientifiche e di didattica ambientale
  • L’esercizio di attività produttive compatibili
  • La riqualificazione di opere e manufatti esistenti
  • L’armonico sviluppo economico dell'intero territorio

Il Quadro Conoscitivo

il quadro conoscitivo di riferimento per la redazione del Piano e del Regolamento del Parco e per il Programma di sviluppo economico e sociale (PSES) si struttura in due principali campi di analisi, raccolti in due relazioni distinte: la prima riguarda “L’ambiente del parco”, la seconda relazione “Il contesto sociale ed economico”.

La relazione su “L’ambiente del parco” è corredata dalle seguenti cartografie tematiche:

  • Inquadramento territoriale, scala 1:50.000
  • Serie di vegetazione, scala 1:25.000
  • Carta della natura, scala 1:25.000
  • Uso del suolo, scala 1:25.000
  • Carta degli habitat potenziali, scala 1:25.000
  • Carta delle emergenze archeologiche, scala 1:25.000
  • Inquadramento territoriale, scala 1:50.000
  • Serie di vegetazione, scala 1:25.000
  • Carta della natura, scala 1:25.000
  • Uso del suolo, scala 1:25.000
  • Carta degli habitat potenziali, scala 1:25.000
  • Carta delle emergenze archeologiche, scala 1:25.000

Gli ambienti forestali

Il Parco Naturale Regionale di Gutturu Mannu ricade all’interno del distretto PFAR n. 25 “Monti del Sulcis”. La sua vegetazione è caratterizzata prevalentemente da cenosi forestali a sclerofille sempreverdi che danno luogo a boschi, macchie e garighe di diverso tipo in funzione delle differenti condizioni ecologiche.
Il Parco è ricco di boschi di lecci con frequenza di tassi e agrifogli negli anfratti più remoti; sono presenti sughere, corbezzoli, filliree arborescenti e lentischi. Rilevante è anche la presenza di macchia mediterranea con erica e corbezzolo arborescente.
La vegetazione interna è complessivamente molto rigogliosa, ad eccezione di alcune aree scarsamente ricoperte da vegetazione costituita da macchie (macchia-foresta), o aree di cresta e accidentate e/o rupestri che conservano la loro valenza.
Le formazioni rocciose più attraenti e suggestive si concentrano nella parte centrale del comprensorio (Portas Santas, P.ta Sapienza, P.ta Matta Sola, P.ta Calamixi) e nella parte del M. Mannu e P.ta Is Litteras. Le formazioni più mature sono rappresentate da boschi di Quercus ilex che ricoprono circa il 70% dell’intera superficie.

In località Is Antiogus si riscontrano bellissimi e notevoli esemplari di sughera caratterizzati da diametri ben sviluppati, che costituiscono formazioni pure o, in alcuni tratti, miste al leccio.

Lungo la strada Villa S. Pietro – M. Nieddu, per alcuni tratti, si possono ammirare splendidi esemplari di oleandro inseriti in una vegetazione sempreverde costituita da esemplari di olivastri, lentisco e ginepro.

Nelle zone più basse e calde le macchie sono tendenzialmente dominate da specie più termofile quali Juniperus ssp, Pistacia lentiscus L., Myrtus communis L. e Euphorbia ssp, mentre le pareti rocciose appaiono solitamente colonizzate da piante casmofitiche.

Gli alvei dei torrenti generalmente sono coperti da una boscaglia dominata dal Nerium oleander L., Ficus carica L e dal Rubus gr. ulmifolius Schott. 

Nelle zone più basse dove la falda freatica tende a porsi in superficie ed i corsi d’acqua sono perciò più costanti, si possono trovare boschi ripariali di Alnus glutinosa (L.) Gaertner e boscaglie a Salix purpurea.

In sintesi, la copertura vegetale di tipo evoluto origina un bosco a tratti fitto e maturo, con numerosi esemplari di leccio su un fitto sottobosco alternato ad aree di macchia a portamento arboreo, dove predominano la fillirea, il corbezzolo e il ginepro. 

Inquadramento storico archeologico

Il territorio del Parco Naturale Regionale di Gutturu Mannu corrisponde in massima parte ai rilievi del comprensorio sulcitano, un esteso territorio caratterizzato da ripidi versanti e profonde vallate ricoperti da ampie distese forestali, dove la disponibilità di ingenti risorse di interesse economico (legname, aree adatte al pascolo, risorse trofiche e minerarie), unitamente alle caratteristiche geomorfologiche del territorio, hanno influenzato le dinamiche e l’entità del popolamento dell’area nel corso del tempo. La fortissima antropizzazione delle aree contermini, le cui fasce collinari, pianeggianti e costiere hanno costituito ambiente propizio all’insediamento delle comunità, ha determinato un interesse tutto sommato precoce anche per la zona montuosa, per cui le tracce lasciate dalla presenza antropica risultano essere antiche e multiformi.

Allo stato attuale delle conoscenze, le testimonianze archeologiche più antiche racchiuse all’interno del Parco appartengono a una fase a cavallo tra il Neolitico finale e la prima Età del Rame, ma posando lo sguardo su un areale più ampio emergono elementi culturali che le precedono di alcuni millenni: le Grotte Cirixì, Nurchis e Perda Tuvura, in agro di Santadi, testimoniano una frequentazione che risale al VI millennio a.C., con ceramica impressa cardiale e industria litica in ossidiana tipiche del Neolitico antico.

Ancora più esigue le attestazioni certamente attribuibili al millennio successivo: l’unico ma rilevante esempio, ascrivibile ad una fase avanzata del Neolitico Medio (seconda metà del V millennio a.C.), è costituito dalla Grotta di Monte Meana, anch’essa ubicata nel santadese, dalla quale provengono tre esemplari di figurine antropomorfe in osso attribuite alla facies culturale San Ciriaco, che trovano un riscontro immediato in termini stilistici e geografici negli esemplari provenienti dal riparo sotto roccia di Tattinu, nel territorio di Nuxis.

È con la fase recente del Neolitico (prima metà del IV millennio a.C.), nella quale si sviluppa la cosiddetta cultura di Ozieri, che si osserva una decisa crescita nel numero di evidenze archeologiche e una loro più capillare distribuzione nei diversi areali, risultato di una crescente antropizzazione del territorio e, più in generale, dell’isola.

Diversi villaggi testimoniano l’occupazione di aree favorevoli all’insediamento, caratterizzate da morfologie planiziali e collinari ricche di risorse idriche e trofiche, come nel caso dei villaggi di Is Arridelis, S'Appassiu, Mitza Crabas e Su Niu de Su Pilloni - Uta, Cuccuru Boi e Cuccuru Ibba Assemini, Tanca di Nissa – Capoterra, S’Abuleu - Pula. Sono attestate altresì le frequentazioni di tafoni (Poggio dei Pini e Casa Musiu – Capoterra) e grotte (Grotta Forresu – Santadi), documentate dal recupero di materiali di cultura Ozieri.  

Un’espressione culturale tipica di tale fase è la sepoltura in domus de janas, individuate presso Siliqua (Domu de S'Orcu I-II e Serra Masì) e Santadi (Is Scattas); particolarmente significativa è la necropoli di Pani Loriga, anch’essa presso Santadi, costituita da oltre dieci domus de janas.

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Un Piano a tre dimensioni: strategie, regole, progetti

1

La dimensione strategica

definita dagli obiettivi e dagli indirizzi e dalle azioni di portata generale indicate dal Piano; la dimensione strategica attiene anche alla coerenza con il contesto programmatico di livello internazionale e nazionale e con la programmazione della Regione Sardegna.
2

La dimensione regolativa

definita dalle norme di attuazione, con dispositivi direttamente cogenti (prescrizioni) e da norme di portata più generale (direttive) vincolanti per l’azione generale delle pubbliche amministrazioni e riferimento per interpretare e valutare le numerose fattispecie di interventi che l’Ente Parco è chiamato a esaminare nell’esercizio dei suoi poteri autorizzativi.
3

La dimensione progettuale

impegna l’Ente gestore a promuovere l’attuazione del piano attraverso specifiche azioni, che possono essere di carattere materiale (realizzazione di strutture, servizi, etc) o immateriale (studi, promozione di intese, etc) e che sono funzionali alla realizzazione del “progetto di territorio” perseguito. Le azioni più rilevanti che riguardano la strutturazione delle aree di fruizione del parco sono collegate alla zona D e sono descritte in apposite schede di approfondimento allegate alle NTA; sono altresì allegate alle NTA le schede descrittive di azioni più rilevanti e decisive, per questo definite azioni strategiche per la tutela e valorizzazione delle principali risorse naturali e culturali.

Il Piano del Parco

L’integrazione delle 3 dimensioni principali del Piano -strategica, regolativa, progettuale- è necessaria al fine di conferire al Piano coerenza ed efficacia; integrazione e coerenza rappresentano il principio guida per la configurazione della forma del Piano, cioè della sua articolazione interna e del funzionamento dei suoi dispositivi.

L’elaborato che funge da motore del funzionamento del Piano sono le Norme Tecniche di Attuazione, che esprimono in forma tecnica, attraverso indirizzi, direttive e prescrizioni le 3 dimensioni sopra citate.

La definizione più puntuale di alcuni progetti di particolare rilevanza strategica o tecnica è assicurata da schede progettuali allegate alle norme.

La Relazione generale del Piano è l’elaborato che garantisce e consente di verificare (anche in sede giurisdizionale) la solidità delle motivazioni alla base delle scelte; funge anche da snodo e da collegamento tra il progetto finale del Piano e l’intero processo di pianificazione e dei suoi elaborati costitutivi a partire dalla fase di analisi (“Quadro conoscitivo”).

Completa e specifica i contenuti della Relazione il Rapporto Ambientale, predisposto per l’espletamento della procedura di Valutazione Ambientale Strategica.

  • Relazione generale
  • Carta della zonizzazione (scala 1:25.000)
  • Carta degli interventi (mappa di sintesi)
  • Carta della fruizione e delle attrezzature (scala 1: 25.000)
  • Carta dei servizi e delle relazioni territoriali (scala 1: 50.000)
  • Norme Tecniche di Attuazione (NTA)
  • Schede normative Zone D1 (All. NTA)
  • Carta della natura, scala 1:25.000
  • Schede delle azioni del Piano (All. NTA)